In questo articolo ho deciso di condividere con te una mia esperienza di questi giorni.
Sai quando ti trovi in un luogo pubblico e osservi tutto intorno a te..
E se all’orizzonte vi è un bambino, ecco che il mio sguardo non può fare a meno di fermarsi e osservare!
La settimana scorsa mi trovavo a una cena, e ad un tavolo vicino, c’era una famiglia composta da nonni, genitori e un bambino, che avrà avuto dieci mesi circa.
Noi avevamo terminato di cenare e, chiacchierando, ogni tanto guardavo questo bambino, sempre con la volontà di muoversi in braccio alla sua mamma.
A un certo punto la nonna afferra da terra una busta di carta con dentro degli oggetti e la dà alla mamma del bimbo.
Lei osserva questi oggetti tirandoli fuori dalla busta, tre semplici oggetti per quanto riuscivo a vedere: una piccola scatoletta, una stoffa piegata e un piccolo contenitore di plastica; la mamma li guarda velocemente e li rimette nella busta.
Gli occhi del bambino, durante quella breve operazione, sono rimasti fissi e attenti sugli oggetti che erano usciti e rientrati nella busta.
La mamma intanto aveva appoggiato la busta verso il centro del tavolo. Il bambino in tutti i modi cercava di allungarsi per afferrarla.
Ci sono voluti tanti tentativi ed anche qualche pianto, perchè la madre comprendesse che a suo figlio interessava quella busta di carta!
Finalmente la busta era nelle sue mani, ma:
“Adesso non cominciare a tirare fuori tutto e a lanciare in giro le cose eh?!”
Furono le secche parole della madre.
Chissà quale grande dispetto aveva in mente quel bambino?
Voleva solo lavorare!
E il lavoro che gli interessava ripetere e portare a termine in quel momento, era un travaso di oggetti.
A momenti osservavo, e vedevo infatti il bambino che cominciava a tirare fuori gli oggetti cercando di metterli nel cestino vuoto del pane sul tavolo.
A quel punto la mamma cominciò a sgridarlo, a dirgli che queste cose non si fanno, a togliergli bruscamente dalle mani gli oggetti rimettendoli nella busta.
Ma il bambino dopo pochi lamenti non demorde e ricomincia daccapo. La mamma a quel punto esordisce:
“Allora lo fai apposta, sei dispettoso…adesso basta!”
Rimette tutto nella busta di carta che consegna alla nonna dicendole di metterla a terra così il bambino non la vede.
Il bambino comincia a piangere…“fa i capricci”, dice la mamma.
Cosa ne pensate?
Magari è capitato anche a voi di assistere a situazioni di questo tipo, o magari le avete vissute voi stesse perchè non riuscivate a comprendere le necessità del vostro bambino in quel momento.
Questo mio racconto non ha lo scopo di voler additare un genitore o un adulto incolpandolo, no, lo scopo della mia osservazione è molto più semplice:
la maggior parte dei genitori o adulti non ha gli strumenti, non ha le conoscenze per poter agire diversamente, per poter scegliere di agire in un altro modo.
Cosa possiamo fare?
Se ci è data la possibilità, possiamo offrire il nostro aiuto semplicemente mostrando un altro modo di comprendere e interagire con un bambino che, con il suo lavoro di oggi, sta costruendo l’uomo o la donna che un giorno diventerà.
Buone osservazioni e fatemi sapere se anche a voi è mai capitato di osservare o vivere situazioni simili a questa.
Cosa avete provato?
Come vi siete sentiti?
Cosa avreste voluto dire o fare?
Lasciatemi il vostro commento nel mio post su FB o attraverso un messaggio privato…sarò felice di risponderti.
Alessia Salvini